Domenica 21 aprile 2024 Prepariamoci alla Settimana Sociale

 

Cos'è la Settimana Sociale? 

La Settimana sociale dei cattolici in Italia è un appuntamento periodico della Chiesa cattolica in cui si incontrano i cattolici interessati a attivi in Italia nei vari ambiti della società per confrontare le loro esperienze, condividere prospettive e coordinare azioni comuni, lanciare proposte per il futuro del Paese. Quest’anno si terrà dal 3 al 7 luglio a Trieste, città evocativa di importanti sfide. 
Il tema – “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro” - ci guiderà a riflettere sullo stato di salute della nostra democrazia dal punto di vista della partecipazione attiva dei cittadini. Ma non si tratta di un appuntamento per gli addetti ai lavori, riservato ai delegati delle Diocesi: una delle novità dell’edizione 2024 è il fatto che l’invito è rivolto a tutti: ai laici, soprattutto i giovani, impegnati nel mondo del volontariato, dell'economia civile, della pace e della custodia dell’ambiente, nella pastorale sociale e del lavoro, della pastorale familiare.
Le Settimane Sociali si tengono in Italia da più di 110 anni e questa sarà la 50esima edizione. Forse anche per questo, sarà Papa Francesco stesso a concluderla domenica 7 luglio! 



A livello Diocesano ci prepareremo insieme Domenica 21 aprile 2024 ore 16.00


interverranno:
Modera: Paolo Loriga, giornalista


Per info:
Tel 3534184836
Volantino Invito evento 
Per approfondire il Documento preparatorio nazionale  www.settimanesociali.it/home-page/documento-preparatorio

Partecipazione e pace, lavoro e diritti, migrazioni, ecologia integrale, economia che metta al centro l’uomo e la natura sono i temi “Al cuore della democrazia” che faranno da filo rosso.
Pensata come un processo più che come un evento, la Settimana Sociale ci aiuterà a individuare idee da realizzare per “partecipare tra storia e futuro”. 
“Il futuro del Paese – sottolinea il Documento – richiede persone capaci di mettersi in gioco e di collaborare tra loro per rigenerare gli spazi di vita, anche i più marginali e affaticati, rinforzando la capacità di scegliere democraticamente e di vivere il potere come un servizio da condividere. È una sfida che riguarda tutti i cittadini: tutte le voci di una comunità devono trovare parola, ascolto e sostegno, per elaborare pensiero e avviare percorsi di partecipazione, per trasformare il presente e liberare più bellezza nel futuro”.
Per questo, i veri protagonisti dell’appuntamento saranno i testimoni di tante “buone pratiche” che animeranno la parte più visibile della Settimana Sociale che si svolgerà nelle vie e nelle piazze di Trieste: iniziative di impegno sociale promosse da gruppi e associazioni, da imprese, scuole, istituzioni… che hanno scelto di operare per il bene comune in modo concreto, a partire dalle ferite della nostra società. 
Con quale obiettivo: rendere viva anche oggi la nostra democrazia, prendercene cura, darle una speranza attraverso la partecipazione di tanti che non si arrendono e ne sono l’anima, ogni giorno. 


Come sono sorte e a cosa servono?
Le Settimane sociali cattoliche sono sorte dopo l’enciclica sociale di Leone XIII del 1891 in vari Paesi del mondo, allo scopo di far conoscere, approfondire, mediante varie competenze e vari soggetti ecclesiali, specie il laicato, il magistero pontificio. Ciò doveva avvenire in modo che tale magistero fosse assunto e divenisse anima della costruzione della società contemporanea. La prima Settimana sociale fu ideata dall’«Unione popolare cattolica italiana» (organismo prefigurato da Pio X nell’enciclica Il fermo proposito), guidata dall’economista Giuseppe Toniolo, oggi beato. Toniolo, assieme al cardinale Pietro Maffi, nel 1907 varò l’iniziativa con il motto: “Ispirare cristianamente la società”. Nel 1905 in Francia si era già tenuta un’esperienza simile, sulla scia dell’enciclica di papa Leone XIII Rerum Novarum (“Delle cose nuove”).

La storia delle Settimane sociali dei cattolici
La prima Settimana sociale si tenne dal 23 al 28 settembre 1907 a Pistoia, con alcune sessioni anche a Pisa (dove insegnava Toniolo). Erano gli anni del non expedit, il divieto papale rivolto ai fedeli di partecipare alla politica: l’Opera dei congressi era stata sciolta da poco (1904), limitando di fatto il peso del mondo cattolico nella vita pubblica. La nuova iniziativa fu una reazione a queste difficoltà. Nelle Settimane sociali si cercava di mettere in pratica ciò che noi oggi chiamiamo discernimento sociale con riferimento a vari temi sociali (ad es.: contratti di lavoro e la condizione delle popolazioni rurali, la famiglia, il sindacato, la politica, l’economia, ecc.) con l’ausilio delle encicliche sociali, promulgate dai pontefici.
Alla fine degli anni Sessanta il mondo cattolico italiano era attraversato da dissensi, segnato dagli abbandoni da parte di sacerdoti e religiosi, dal conflitto tra associazioni e movimenti cattolici o di ispirazione cristiana. Mancarono le condizioni affinché si verificasse una reazione analoga a quella d’inizio secolo. Le Settimane sociali furono lasciate cadere nel 1970. La ripresa venne decisa nel 1988 con una Nota pastorale della Cei dal titolo: Ripristino e rinnovamento delle Settimane Sociali dei cattolici italiani.


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