Articolo su "La Parola di Fiesole"


 PROGETTO POLICORO 

Parla GiacomoVannacci, animatore
I giovani cercano lavoro: «Progettiamo insieme
il loro prossimo futuro»
21 maggio 2023
TOSCANA OGGI


Il Progetto Policoro è una realtà promossa dalla Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, che prende il nome dalla città della Basilicata dove nel 1995 si svolse il primo incontro voluto da don Mario Operti. Il Progetto, presente nelle varie diocesi italiane e anche nella diocesi di Fiesole, ha lo scopo di aiutare i giovani ad entrare nel mondo del lavoro, combattendo quindi la disoccupazione. Ragazzi e ragazze che hanno fra i 18 e i 35 anni e che rientrano spesso nei Neet (coloro che non studiano, lavorano non frequentano corsi di formazione) vengono aiutati da animatori, opportunamente formati, ad avvicinarsi ed entrare nel mondo del lavoro attraverso la ricerca dell’occupazione più adatta a loro, o di un percorso formativo che li abiliti al lavoro, o ancora a portare avanti un’idea imprenditoriale. Infatti, collaborando con varie realtà quali Banca Etica esiste la possibilità di attivare lo strumento del microcredito, dal momento in cui per ragazzi giovani, privi di occupazione o esperienza lavorativa, si rivela spesso complesso ottenere fondi o prestiti bancari per realizzare i propri progetti. Attualmente, in tutta Italia, il totale dei Fondi di Garanzia che sono stati messi a disposizione supera i 600,000 Euro e sono 506 le imprese finanziate. Uno dei punti di forza del progetto risiede proprio nel dialogo instaurato tra realtà differenti, come il Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile, la Caritas italiana, ma anche Confcommercio e Confartigianato, realtà interne ed esterne alla Chiesa, tra loro alleate per creare bacini utili ad attivare proposte e soluzioni alle sfide che si pongono nel percorso di avviamento al lavoro, diverse in ogni territorio. Essendo una realtà che nasce prima nel Sud Italia, per poi estendersi alle diocesi del Centro (in Toscana 7 diocesi hanno attivato il progetto) e successivamente anche a quelle del Nord, vi è attenzione alle specificità e le differenze regionali, motivo per cui le collaborazioni avvengono anche con i singoli Comuni e Assessori alle politiche sociali. La ricerca dei ragazzi avviene tramite educatori, negli oratori, nelle associazioni con cui si collabora, alcuni animatori scelgono per esempio di parlare nelle scuole, solitamente nelle classi di quarta e quinta superiore dove vi è chiaramente una maggior concentrazione di ragazzi più vicini a fare il loro ingresso nel mondo del lavoro; molti incontri avvengono anche tramite realtà come gli Scout. In ogni complesso poi si vanno a cercare i ragazzi là dove sono, o anche là dove si nascondo, nelle piazze, nei centri. «I giovani cambiano continuamente e la sfida è cercarli e fargli capire che una proposta c’è. Questo è un servizio che la diocesi offre come aiuto, è gratuito, non è un prodotto a pagamento o fornito da un’azienda. Lavoriamo insieme per il loro futuro» ci dice Giacomo Vannacci, l’attuale animatore del Progetto Policoro nella diocesi di Fiesole, al suo secondo anno di mandato, dopo Emilio Pratesi. Vannacci parla anche della formazione che ricevono gli animatori, non solo prima di iniziare l’incarico ma anche durante, attraverso corsi di aggiornamento e formazione su come accompagnare gli studenti, tematiche contrattualistiche e di evangelizzazione, in quanto il Progetto, rifacendosi alla dottrina sociale della Chiesa, si definisce attraverso tre parole principali: giovani, lavoro e Vangelo. Chi ha bisogno puo rivolgersi all’oratorio Don Bosco di Figline il lunedì alle 16 oppure il mercoledì al Centro Caritas di Greve e il venerdì all’oratorio di S. Giovanni Valdarno. È sempre Vannacci a raccontarci di quanto alle volte basti poco per aiutare i giovani che si rivolgono a loro e lo fa raccontando la storia di una ragazza che, terminati gli studi per diventare stilista, aveva iniziato a fare esperienza, collezionando stage presso varie botteghe e atelier; si è rivolta a Policoro per redigere un curriculum e creare un portfolio che le permettessero di trovare un lavoro stabile, che mettesse fine ai contratti stage. «Da sola non sapeva da dove partire, lavorando insieme, più che fare al posto loro, li sproniamo e gli diamo gli strumenti perché possano trovare autonomamente la loro strada». Infatti, una volta mostrati quali sono gli aspetti chiave da inserire in un curriculum e creato un portfolio che mettesse in risalto le sue capacità, sono state cercate delle realtà alle quali potesse proporsi. La ragazza ha infine trovato impiego presso un’atelier di abiti da sposa. Lavorare all’interno del Progetto Policoro mette in modo concreto le persone in relazione fra loro, permette di toccare con mano le esigenze dei giovani anche tramite il confronto con persone più adulte, si viene a conoscenza di molteplici realtà, rendendo il lavoro un’esperienza di arricchimento personale che «permette di uscire dal proprio guscio». Ma che opinione si è fatto dei giovani di oggi, di cui tanto si parla, dal momento in cui ci lavora quotidianamente a stretto contatto? Il suo pensiero è positivo. «Si dice spesso - risponde l’animatore del progetto Policoro - che i giovani non hanno voglia di far niente: non riesco a dare la colpa a loro, hanno intorno un contesto che li ignora, che non li sprona, è troppo facile giudicare. Non gli viene data fiducia, manca la parte degli altri e di aiuto concreto. Hanno tanto da dare e vogliono conoscere. Hanno bisogno di fiducia e di progetti concreti. Hanno tanta voglia di mettersi in gioco».

Di Fiamma Andrei

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